domenica 17 agosto 2008
L'acqua di rubinetto è buona oppure no?
L'acqua di rubinetto è buona oppure no? Secondo le analisi che vengono effettuate con cadenza quotidiana nei laboratori di Vesta-Veritas e anche dall'Arpav, quella veneziana è buonissima.
Il giorno di Ferragosto, però, la pubblicazione sul Corriere della sera dei risultati di uno studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università Federico II di Napoli, ha addensato parecchie nuvole sulle certezze dei cittadini veneziani. In altre parole, secondo il docente di idrologia e idrogeologia Massimiliano Imperato, in cinque campioni prelevati in altrettante città italiane, a Venezia la concentrazione di cloro sarebbe risultata superiore ai limiti di legge. Ma ciò che sembrerebbe più grave è che "sono stati trovati - citiamo Imperato - sottoprodotti della clorazione come trialometani, bromoformio, cloroformio e composti organo-alogenati come tetracloroetilene e tricloroetilene" che secondo alcuni studi sarebbero correlati all'insorgenza di tumori alla prostata e all'apparato digerente.
A Venezia, ovviamente, gli analisti sono insorti, sostenendo che questo "studio" non è stato oggetto di alcuna pubblicazione scientifica e quindi non se ne conosce la metodologia. Ma la cosa che desta più sospetti è che il professor Imperato è anche il direttore del Centro europeo di ricerca acque minerali.
«È evidente - commenta il professor Armando Zingales, ex presidente di Vesta ma soprattutto docente di chimica a Ca' Foscari e presidente dell'Ordine nazionale dei chimici - che i dati pubblicati sono del tutto parziali e mirano solo a dire una cosa: "l'acqua di rubinetto non è così buona come vi viene raccontato". All'università di Napoli hanno fatto due analisi spot che nessuno ha capito. Vesta-Veritas nel solo 2007 ha effettuato quasi 2mila analisi sulle sue acque e sempre i parametri sono risultati al di sotto di un quindicesimo dei limiti di legge. Qualcuno può dire che le analisi nostre sono fatte nel nostro interesse. Io però posso dire senza paura di essere smentito che le analisi in questione sono state fatte da un ente che dipende ed è finanziato dall'associazione dei produttori di acque minerali».
Qualche dubbio Zingales se lo pone anche sulla tempistica dell'annuncio, il giorno di Ferragosto quando è materialmente impossibile reperire qualcuno per chiedere informazioni.
«I cittadini - aggiunge - che stupidi non sono sanno dove stanno gli interessi. Per me resta comunque infame, in un momento di crisi economica nel quale molte famiglie non riescono a far quadrare i propri conti, spingere la gente ad acquistare acqua minerale, quando con un solo euro si possono portare a casa mille litri di acqua buona e controllatissima. Dal canto mio, sono disposto a sfidare chiunque a fare le analisi davanti a me in ogni punto della rete veneziana e trovare un parametro fuori posto».
D'altronde, il business delle acque minerali è in Italia più forte in Italia che in qualsiasi altro Paese del mondo: Tra marzo 2007 e marzo 2008 ne sono stati venduti 8.1 miliardi di litri per un controvalore di 1.7 miliardi di euro. E, se la quantità è sostanzialmente stabile rispetto all'anno prima, il fatturato è cresciuto di oltre il 4 per cento, segno che la crescita nel settore ha riguardato solo i prezzi.
Fonte: Il Gazzettino
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