giovedì 21 agosto 2008

"Per via" di Herman Hesse



























E quando fui salito sulle nuvole,

in alto alla montagna in arie chiare,

il regno dei morti si apri' dinanzi a me:

di mille antichi avi una tregenda,

un baleno' di spiriti guizzanti.

E mi afferro' bizzarra l'intuizione

che io non sono un singolo, un estraneo,

che la mia anima,lo sguardo dei miei occhi,

la mia bocca, l'orecchio, la cadenza dei passi

non sono nuovi e non soltanto miei

ne' la mia volonta' che reputai sovrana.

Un raggio della luce io sono, una foglia sull'albero

di stirpi innumerevoli le cui genti antiche

vissero in boschi e in migrazione,

ed altri scatenati di guerra in guerra

ed altri ancora dei quali le dimore

costruite con oro e legno raro

nelle belle citta' si eressero splendenti.

Da loro sino allo sguardo silenzioso

che mia madre ebbe nel morirmi

E' stato solo un certo e innarrestabile cammino

sino a me ed e' lo stesso cammino

che mi porta alla deriva dei tempi verso uomini

in cui sono avo remoto e ne contengo nella mia la vita.

E quando fui salito sulle nuvole

in alto alla montagna in arie chiare,

si fece la mia vita e il mio occhio che scruta

e il cuore che batte,

un feudo inestimable che grato io detenevo

senza essere per questo possessore del suo valore

e della sua bellezza che percio' non passa.

Ed aleggio' sulla mia fronte, lieve,

la fredda brezza delle cime.

H. Hesse

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