giovedì 30 aprile 2009

Mestre: "Bici , parchi e...stelle" al parco S.Giuliano!


Parco San Giuliano Manifestazione "Bici, parchi e... stelle"

La serata avrà inizio alle ore 20.30 con una biciclettata, organizzata dall'associazione
"Amici della Bicicletta", con partenza da via Palazzo (davanti al Municipio).

Dopo una breve pedalata lungo le vie del centro, i ciclisti si avvieranno verso il Parco S. Giuliano dove, a partire dalle ore 21.30, i gruppi astrofili locali metteranno a disposizione dieci telescopi per osservare il cielo.
I telescopi saranno posizionati in zona colinetta dove saranno anche spente le luci per permettere una migliore osservazione.

Chi non desiderasse effettuare la biciclettata può partecipare alla sola osservazione arrivando direttamente al parco.

L'obiettivo di tale evento è quello di sensibilizzare i cittadini versi i temi dell'inquinamento luminoso e del risparmio energetico, facendo anche riscoprire il piacere di osservare e conoscere il cielo stellato che ha accompagnato gli uomini nel corso dei secoli.

Sabato 2 maggio ore 20.30 - 23.30

La partecipazione è libera e gratuita

Fonte: Comune di Venezia

sabato 25 aprile 2009

Padova: Inaugurato il planetario

Nella primavera di quattrocento anni fa, era il 1609, Gali­leo Galilei cominciava a scru­tare il cielo con un cannoc­chiale piuttosto grezzo. Omaggio, forse, di alcuni ar­tigiani «sbarcati» dall’Olan­da. Tecnologia a parte, asso­lutamente casalinga, rappre­sentava comunque una ma­gnifica, prima volta. Ora, a distanza di quattro secoli esatti, nella città di Sant’Antonio ma anche (ap­punto) di Galileo, dove l’allo­ra 45enne venuto da Pisa in­segnava e testava al Bo i se­greti della volta celeste, l’os­servazione stellare diventa alla portata di tutti. Non più esclusiva di astronomi e scienziati, spesso sin troppo discreti nelle loro «puntate» e gelosi dei loro esperimen­ti. Bensì patrimonio popola­re, a disposizione di curiosi, turisti e scolaresche.


Merito del grande planeta­rio (costato oltre 750mila eu­ro) inaugurato, l’altro gior­no, a Padova dal sindaco Fla­vio Zanonato. Realizzato al­l’interno dell’ex macello di via Cornaro, a due passi dal­la cinta muraria medievale e dalle acque del Piovego, è composto da una sala emi­sferica con sessantacinque posti a sedere (poltroncine reclinabili per stare comodi con il naso all’insù) e da una cupola di quasi nove metri di diametro.


Ma, soprattut­to, da un modernissimo si­stema di videoproiezione di­gitale a tre dimensioni e ad alta risoluzione: ben 8 mega­pixel a definire ogni «virgo­la » che si agiti in cielo, pre­stazioni assicurate. L’intero campo cosmico viene così tridimensional­mente rappresentato, attra­verso viaggi virtuali (ma ve­rosimili) anche parecchio lontano dal pianeta Terra, al­la fantastica scoperta di stel­le, galassie e satelliti.


Una sorta di macchina del tem­po.


Anzi, dello spazio. Una splendida simulazione, po­tremmo quasi dire cinemato­grafica, se non altro pensan­do ai favolosi show stile Uni­versal Studios Hollywood. «Proprio quarant’anni fa – spiegava l’altro giorno il sin­daco Zanonato, che ha fatto della scienza un must del proprio ruolo di amministra­tore – andai in gita all’osser­vatorio di Milano, accompa­gnato da mio padre che face­va parte del Gruppo astrofi­li. Ricordo che gli anziani dissero a noi ragazzi di bat­terci per avere un planetario nella nostra città. Ed ora, fi­nalmente, abbiamo questo gioiello». Costato alle casse comuna­li, come detto, quasi un mi­liardo e mezzo di vecchie li­re. Impensabile, fino a poco tempo fa. Specie per quei tanti padovani che, nono­stante tutto, mai hanno smesso di crederci: a comin­ciare dal Dipartimento di Astronomia dell’Università, diretto dal professor Piero Rafanelli; e poi l’Istituto na­zionale di astrofisica (Inaf), l’Associazione astronomica euganea e, già ricordato dal sindaco, il Gruppo astrofili, il club dedicato al professor Giuseppe Colombo, celebre scienziato padovano scom­parso nel 1984. Materialmente costruito dalla tedesca Skyscan Euro­pe di Monaco di Baviera,

il planetario di via Cornaro aprirà al pubblico soltanto dal 15 maggio:


dal martedì al venerdì, dalle 16.30 alle 18 (in estate)


dalle 15.30 alle 17 (in inverno).


Le scolaresche avranno ac­cesso negli stessi giorni, dal­le 9.30 alle 11.


Prenotazioni al numero di telefono 392/3799036 o al sito inter­net www.planetariopado­va. it. Biglietto intero 6 euro, ridotto 4 (sotto i 14 anni e so­pra i 65 ).


Fonte: Corriere del Veneto

venerdì 17 aprile 2009

Mestre, al Candiani: Elio Ciol, l’immagine che diventa poesia

Fienagione

Torna la fotografia d’autore al Centro cultuale Candiani: oggi alle 18 si inaugura, infatti, la mostra "Elio Ciol. Terre di poesia Fotografie 1950 – 2007", che ripercorre l’opera di uno dei più originali protagonisti del variegato panorama della fotografia italiana in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Le oltre cento immagini in bianco e nero, raccontano infatti l'intero percorso artistico dell’artista friulano: dalla sua prima stagione di carattere neorealista con il racconto della vita dei campi in Friuli e sulle montagne friulane e venete, fino alle immagini del film "Gli Ultimi" di cui è stato fotografo di scena e collaboratore nel reperimento delle locations.
E ancora dal paesaggio, nella visione serena ed elegiaca di cui Ciol ha saputo rendersi protagonista, alle esperienze più recenti, come l'elaborazione di trittici capaci di accostare esperienze visive diverse e la ricerca sulle ombre e sulla luce in soggetti naturali o nelle architetture.
Un'opera lunga quasi sessant'anni, quella di questo autore, che dopo aver abbracciato la fotografia alla fine degli anni Quaranta, rivolge molto presto lo sguardo verso i luoghi e la gente della sua terra. Membro negli anni Cinquanta del circolo veneziano La Gondola, partecipa assieme a Luigi Crocenzi alla nascita della Fondazione Altimani, un ente destinato allo studio dei linguaggi iconografici. Autore di alcuni preziosi volumi tra cui ricordiamo il primo dedicato ad Assisi del ’69 e quindi Italia Black and White del 1985, lavora per l'editoria a campagne di documentazione di opere d'arte e monumenti che hanno prodotto un'impressionante mole di pubblicazioni. Elio Ciol si impone anche come uno dei pochi fotografi italiani specializzati nella fotografia "fine art", un'eccezione in anni nei quali le forze motrici della ricerca italiana sembravano confinate alle fotografia di reportage e a quella di moda. Mentre l'immagine pareva destinata per elezione alla pubblicazione su libri e giornali, non all'apparizione nelle gallerie d'arte o nelle mostre, la somma di visione, cura per l'oggetto-fotografia e i dettagli che lo circondano, stampa di dimensioni via via più grandi, capacità di emozionare nel rapporto diretto con chi guarda la stampa rappresentano, nel caso di Ciol, un'esperienza pressoché unica nella visione italiana. L
La mostra, curata da Fabio Amodeo, sarà visitabile fino al 14 giugno.

Fonte. Il Gazzettino

martedì 7 aprile 2009

Il suono delle campane...


Molte immagini scorrono davanti agli occhi,
edifici frantumati,
cuori lacerati dal dolore,
trema ancora la terra
e tremano ancora gli animi scossi e sconvolti.


Tra le immagini ho visto un'auto con il vetro infranto
la forma di un cuore aveva
un cuore vuoto come un anima che si svuota per non soffrire
che diventa fantasma di se stessa per passare inosservata.


Nella città svuotata del suo essere
nell'assenza
nell'attesa
sbriciolandosi poco a poco
in attesa
ecco
all'improvviso
il suono delle campane
scuote il silenzio
nel cuore
un battito di speranza.

Laura

lunedì 6 aprile 2009

Padova: 10 fotografi d'oro

Mimmo Jodice, Dea Angizia

Nell'ambito della rassegna Padova Aprile Fotografia 2009 è stata inaugurata venerdì scorso la mostra:10 Fotografi d'oro a cura di Enrico Gusella e Italo Zannier.

Promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo - Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra e' un'originale collettiva con fotografie di Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Luca Campigotto, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco Fontana, Paolo Gioli, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Fulvio Roiter, Marco Zanta.

Oltre un centinaio di opere che costituiscono la prima di una serie di mostre dedicate ai piu' grandi fotografi italiani, il cui obiettivo e' una ricognizione organica sulla fotografia italiana contemporanea.

I fotografi coinvolti indagano, ognuno a proprio modo, il concetto di identità.

Cosi' Gabriele Basilico presenta un lavoro intitolato Milano. Ritratti di fabbriche: una sequenza di immagini della periferia milanese, risultato di una lunga indagine fotografica compiuta tra il 1978 e il 1980.

Gianni Berengo Gardin
, da sempre attratto dalla semplicità dei luoghi e dei contesti di fusione culturale, propone alcuni significativi scatti della realtà delle comunità di nomadi e zingari che popolano le città italiane.

I sei grandi lavori di Luca Campigotto sono dedicati ai notturni de Il Cairo: fotografie in bianco e nero che aprono la visione a minareti, piramidi e architetture egiziane.

Gli scatti di Giovanni Chiaramonte riguardano invece l'itinerario, attraverso il territorio lombardo, dell'Olona, fiume che viene inteso come metafora della propria vita.

Mario Cresci presenta i due tipi di ricerca che hanno segnato il suo percorso artistico: i lavori sulle avanguardie storiche e in particolare sul design, e l'indagine sugli aspetti etnografici ed antropologici delle regioni del Mezzogiorno d'Italia.
De Biasi presenterà una selezione di fotografie tratta dal suo storico reportage dedicato a Budapest del 1956.

Le fotografie di Franco Fontana esprimono chiaramente la ricerca storica dell'artista sul colore realizzata attraverso un costante interesse per il paesaggio urbano, in particolar modo americano, e la composizione astratta.
Paolo Gioli crea da sempre attraverso contaminazioni e commistioni di varie tecniche creative, mediante un riesame foto storico in cui la vera protagonista e' comunque la materia, cosparsa e tratta da sedimenti tecnologici.

Guido Guid
i attraverso le sue architetture minime che ripercorrono ambienti rurali, coglie l'identità poetica dei dettagli.

Mimmo Jodice
presenta dieci scatti in bianco e nero che rivelano uno studio profondo e appassionato sulle impronte del passato, sul presente e sulle radici lontane della cultura mediterranea.

Fulvio Roiter guarda alle civiltà e alle culture che si affacciano sul Mediterraneo, cogliendo la suggestione e la pienezza di un mare cui sente di appartenere.

Marco Zanta con i suoi lavori attraversa gli ambienti industriali, in luoghi fatiscenti che diventano manifestazione nel silenzio dell'inoperosità. Tema indubbiamente complesso e contemporaneo, il pensiero sull'identità implica dunque, come già aveva dedotto John Locke nel suo Saggio sull'intelligenza umana, una fragilità della coscienza che deve trovare conferme non tanto in idee metafisiche e invisibili, quanto in qualcosa che metta in relazione gli istanti, i gesti e i giorni della nostra esistenza, come memoria di cio' che siamo.

dal 3/4/09
al 24/5/09

Galleria Civica di Piazza Cavour
Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour 73, Padova

Museo Diocesano
Piazza Del Duomo 12, Padova

Fonte: Undo.net
Foto: Exibart. com