giovedì 5 giugno 2008

Venezia: Terzani, quel che non è dato è perso Alla ricerca di una cultura della pace



Ha preso il via alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista - con la proiezione del filmato inedito "Il macellaio di Phnom Penh" di Mario Zanot - la quarta edizione di

"Quel che non è dato è perso - Omaggio a Tiziano Terzani per una cultura della pace",
iniziativa ideata e diretta da Roberta Pierobon in collaborazione con l'associazione Settemari.

Quattro giorni dedicati al grande giornalista, corrispondente di guerra, esperto di Paesi asiatici, scomparso nel 2004, un'occasione per ricordare Terzani ma anche per raccontare momenti di storia che fanno riflettere, in questo caso il dramma dell'olocausto cambogiano che lo scrittore fiorentino narra nel suo libro postumo "Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia",


volume che sarà presentato venerdì 6 - ore 21.00- al Teatro Malibran - in presenza di Angela Terzani Staude, la "moglie speciale" come la definiva Terzani, la donna che aveva conosciuto a 17 anni intuendo immediatamente di aver trovato l'altra metà con cui condividere il "come guardare il mondo" e "il dove andare".

Di cosa tratta questo libro?
"La storia comincia nel 1972 - spiega Angela Terzani - quando approdiamo in Asia con i nostri due bambini, e finisce nel 1994, quando ci trasferiamo in India, l'ultima fase della vita di Tiziano. Fra queste due date avvengono guerre, rivoluzioni, la sconfitta degli Americani in Asia e la presa del potere dei comunisti in Indocina, il genocidio in cambogiano e il massiccio intervento delle Nazioni Unite per riportare il Paese alla normalità.

Tiziano continuava a tornare in Cambogia, dove seguiva, in piccolo, i grandi cambiamenti del mondo.

E col cambiare del mondo cambiava anche lui, abbandonando a poco a poco ogni fiducia nell'ideologia in cui aveva creduto".

Perchè «Fantasmi»?

"Perchè Tiziano li sentiva dappertutto in Cambogia. All'inizio della guerra li sentiva fra la gente imbevuta di supestizioni, poi fra i sopravvissuti a un genocidio che aveva eliminato un terzo della popolazione.

Quei fantasmi che ricompaiono in tanti suoi articoli cambogiani, allundono ai "prolungamenti" di ogni persona verso un mondo invisibile che già allora Tiziano sentiva così forte".

Partecipare costantemente alle celebrazioni organizzate in memoria e in omaggio a suo marito è una fonte di gioia e di soddisfazione o rinnova ogni volta il dolore per la sua scomparsa?

"Visto che Tiziano non può tornare, questi incontri in cui lo si ricorda sono per me una fonte di gioia. Ogni volta c'è qualcuno che parla di lui in modo nuovo, facendolo vedere anche a me sotto un profilo diverso. Ho potuto ripensare a quello che di Tiziano mi era sfuggito, a certe sfumature non colte nel normale scorrere delle giornate. Così, questi incontri si trasformano per me in un viaggio a ritroso nel nostro passato. Sono grata alle persone del loro interessamento.

Fonte: Il Gazzettino

Scarica la loncadina dell'evento: qui

Nessun commento: