mercoledì 24 settembre 2008
A Possagno (TV) arriva la mostra: "La mano e il volto di Antonio Canova: nobile semplicità serena grandezza"
Arriva alla gipsoteca di Possagno anche il monumento della mano di Canova, una delle reliquie artistiche più' famore e controverse (dall' 11 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009).
La mostra "La mano e il volto di Antonio Canova: nobile semplicità serena grandezza" finisce con il proporre, accanto ad un'analisi sulla psicologia dell'artista, una interessantissima disamina su come, già in vita, e molto presto, egli abbia saputo porsi e diventare "mito", personalità grandissima in sé, oltre che per quanto andava creando nella scultura, nell'architettura e nella pittura.
L'esposizione, organizzata dalla Fondazione Canova, presieduta dal sen. Gian Pietro Favaro e sotto la direzione di Mario Guderzo, con la collaborazione di un Comitato scientifico composto da Giuseppe Pavanello, Anna Maria Spiazzi, Gabriella Delfini, Andrea Dal Negro, Marcello Cavarzan e Giancarlo Cunial, riunisce, ed è la prima volta, la quasi totalità della produzione ritrattistica canoviana, sia che si tratti d'autoritratti che di ritratti, dipinti o scolpiti, realizzati da altri, italiani ma soprattutto stranieri, a conferma di come il mito del "divino" Canova fosse presto diventato universale.
Forse i ritratti più sinceri sono proprio quelli che il maestro realizzò su se stesso, sette in tutto, in cui si propone "in veste di scultore" o di pittore, utilizzando il disegno su carta, la pittura, il gesso e, naturalmente, il marmo. Autoritratti che non erano solo ad uso personale, che avevano una loro committenza e che oggi sono sparsi tra Possagno, Roma, Venezia, Napoli, Milano, Firenze... Colpisce il realismo di queste opere, la capacità introspettiva del maestro, la sua scelta di rappresentarsi certo in veste di artista di successo che non occulta però l'uomo vero.
Accanto a oltre 40 ritratti, dipinti o scolpiti, saranno in mostra anche alcuni dei moltissimi "ritratti incisi" (tra le altre, saranno esposte incisioni di Pietro Anderloni, Antonio Nani, Charles Simon Pradier, Giacinto Maina, Raffaello. Morghen, Francesco Bartolazzi, Pietro Fontana, Angelo Bertini, Francesco Rosaspina, ecc.). La tecnica dell'incisione fu ampiamente usata dai biografi e soprattutto dai cultori canoviani per riprodurre a tirature spesso limitatissime (quasi oggetti per un culto fra adepti) i ritratti plastici e pittorici dell'artista. Così come sarà documentato un ulteriore modo di glorificare e rendere "eterno" il volto del Canova, ovvero la produzione medaglistica, davvero straordinaria ed imponente.
Fonte: Il Gazzettino
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