venerdì 17 aprile 2009
Mestre, al Candiani: Elio Ciol, l’immagine che diventa poesia
Torna la fotografia d’autore al Centro cultuale Candiani: oggi alle 18 si inaugura, infatti, la mostra "Elio Ciol. Terre di poesia Fotografie 1950 – 2007", che ripercorre l’opera di uno dei più originali protagonisti del variegato panorama della fotografia italiana in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Le oltre cento immagini in bianco e nero, raccontano infatti l'intero percorso artistico dell’artista friulano: dalla sua prima stagione di carattere neorealista con il racconto della vita dei campi in Friuli e sulle montagne friulane e venete, fino alle immagini del film "Gli Ultimi" di cui è stato fotografo di scena e collaboratore nel reperimento delle locations.
E ancora dal paesaggio, nella visione serena ed elegiaca di cui Ciol ha saputo rendersi protagonista, alle esperienze più recenti, come l'elaborazione di trittici capaci di accostare esperienze visive diverse e la ricerca sulle ombre e sulla luce in soggetti naturali o nelle architetture.
Un'opera lunga quasi sessant'anni, quella di questo autore, che dopo aver abbracciato la fotografia alla fine degli anni Quaranta, rivolge molto presto lo sguardo verso i luoghi e la gente della sua terra. Membro negli anni Cinquanta del circolo veneziano La Gondola, partecipa assieme a Luigi Crocenzi alla nascita della Fondazione Altimani, un ente destinato allo studio dei linguaggi iconografici. Autore di alcuni preziosi volumi tra cui ricordiamo il primo dedicato ad Assisi del ’69 e quindi Italia Black and White del 1985, lavora per l'editoria a campagne di documentazione di opere d'arte e monumenti che hanno prodotto un'impressionante mole di pubblicazioni. Elio Ciol si impone anche come uno dei pochi fotografi italiani specializzati nella fotografia "fine art", un'eccezione in anni nei quali le forze motrici della ricerca italiana sembravano confinate alle fotografia di reportage e a quella di moda. Mentre l'immagine pareva destinata per elezione alla pubblicazione su libri e giornali, non all'apparizione nelle gallerie d'arte o nelle mostre, la somma di visione, cura per l'oggetto-fotografia e i dettagli che lo circondano, stampa di dimensioni via via più grandi, capacità di emozionare nel rapporto diretto con chi guarda la stampa rappresentano, nel caso di Ciol, un'esperienza pressoché unica nella visione italiana. L
La mostra, curata da Fabio Amodeo, sarà visitabile fino al 14 giugno.
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1 commento:
Grazie Geanina.
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