sabato 25 aprile 2009

Padova: Inaugurato il planetario

Nella primavera di quattrocento anni fa, era il 1609, Gali­leo Galilei cominciava a scru­tare il cielo con un cannoc­chiale piuttosto grezzo. Omaggio, forse, di alcuni ar­tigiani «sbarcati» dall’Olan­da. Tecnologia a parte, asso­lutamente casalinga, rappre­sentava comunque una ma­gnifica, prima volta. Ora, a distanza di quattro secoli esatti, nella città di Sant’Antonio ma anche (ap­punto) di Galileo, dove l’allo­ra 45enne venuto da Pisa in­segnava e testava al Bo i se­greti della volta celeste, l’os­servazione stellare diventa alla portata di tutti. Non più esclusiva di astronomi e scienziati, spesso sin troppo discreti nelle loro «puntate» e gelosi dei loro esperimen­ti. Bensì patrimonio popola­re, a disposizione di curiosi, turisti e scolaresche.


Merito del grande planeta­rio (costato oltre 750mila eu­ro) inaugurato, l’altro gior­no, a Padova dal sindaco Fla­vio Zanonato. Realizzato al­l’interno dell’ex macello di via Cornaro, a due passi dal­la cinta muraria medievale e dalle acque del Piovego, è composto da una sala emi­sferica con sessantacinque posti a sedere (poltroncine reclinabili per stare comodi con il naso all’insù) e da una cupola di quasi nove metri di diametro.


Ma, soprattut­to, da un modernissimo si­stema di videoproiezione di­gitale a tre dimensioni e ad alta risoluzione: ben 8 mega­pixel a definire ogni «virgo­la » che si agiti in cielo, pre­stazioni assicurate. L’intero campo cosmico viene così tridimensional­mente rappresentato, attra­verso viaggi virtuali (ma ve­rosimili) anche parecchio lontano dal pianeta Terra, al­la fantastica scoperta di stel­le, galassie e satelliti.


Una sorta di macchina del tem­po.


Anzi, dello spazio. Una splendida simulazione, po­tremmo quasi dire cinemato­grafica, se non altro pensan­do ai favolosi show stile Uni­versal Studios Hollywood. «Proprio quarant’anni fa – spiegava l’altro giorno il sin­daco Zanonato, che ha fatto della scienza un must del proprio ruolo di amministra­tore – andai in gita all’osser­vatorio di Milano, accompa­gnato da mio padre che face­va parte del Gruppo astrofi­li. Ricordo che gli anziani dissero a noi ragazzi di bat­terci per avere un planetario nella nostra città. Ed ora, fi­nalmente, abbiamo questo gioiello». Costato alle casse comuna­li, come detto, quasi un mi­liardo e mezzo di vecchie li­re. Impensabile, fino a poco tempo fa. Specie per quei tanti padovani che, nono­stante tutto, mai hanno smesso di crederci: a comin­ciare dal Dipartimento di Astronomia dell’Università, diretto dal professor Piero Rafanelli; e poi l’Istituto na­zionale di astrofisica (Inaf), l’Associazione astronomica euganea e, già ricordato dal sindaco, il Gruppo astrofili, il club dedicato al professor Giuseppe Colombo, celebre scienziato padovano scom­parso nel 1984. Materialmente costruito dalla tedesca Skyscan Euro­pe di Monaco di Baviera,

il planetario di via Cornaro aprirà al pubblico soltanto dal 15 maggio:


dal martedì al venerdì, dalle 16.30 alle 18 (in estate)


dalle 15.30 alle 17 (in inverno).


Le scolaresche avranno ac­cesso negli stessi giorni, dal­le 9.30 alle 11.


Prenotazioni al numero di telefono 392/3799036 o al sito inter­net www.planetariopado­va. it. Biglietto intero 6 euro, ridotto 4 (sotto i 14 anni e so­pra i 65 ).


Fonte: Corriere del Veneto

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